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Valerio Scanu: le Radio Nazionali non passano il mio pezzo

Non è di certo la notizia della settimana ma ci permette di parlare di un tema molto delicato: il triangolo, come cantava Renato Zero, che intercorre tra cantante, radio e case discografiche.

La denuncia arriva da Valerio Scanu, giovane cantante uscito, come tanti altri, dalla fucina di talenti sfornati da “Amici” di Maria De Filippi, vincitore del Festival di Sanremo del 2010 con “Per tutte le volte che…” (mi perdonerà, ma a mio parere una delle più brutte e ingiuste edizioni del Festival, quella della ribellione dell’orchestra, per intenderci, e dei fischi in sala), che poi ha continuato la carriera di cantante, dopo queste due vetrine importanti, trovando però alcuni problemi recentemente.

In sintesi, dopo essere stato scaricato dalla sua casa discografica, la Emi, Scanu ha deciso di autoprodursi ed è in procinto di pubblicare il suo nuovo album tra qualche giorno, il 28 gennaio.

La sua nuova creatura è stata anticipata dal singolo “Sui nostri passi”, in rotazione radiofonica dal 7 gennaio, di cui però nessuno ha sentito parlare, visto che è lo stesso Scanu a dire “le radio nazionali non passano il mio singolo, se non fosse per quelle locali avrei già chiuso”.

La prima risposta, che verrebbe spontanea, è pensare che il singolo non sia così marcatamente radiofonico o sia brutto, invece ha avuto un buonissimo riscontro di pubblico, visto che solo pubblicandolo su I-Tunes e auto-promuovendolo sui social network ha raggiunto la 12.ma posizione della classifica Fimi, la classifica ufficiale, tra l’altro primo tra i singoli italiani visto che nella top ten non è presente nessuna canzone del nostro Paese.

Secondo lui, l’ostracismo nei suoi confronti è dettato dal suo carattere “trasparente e puntiglioso” che lo ha sempre reso antipatico agli occhi della gente. Sentimento che è prevalso anche nella scelta di lasciare la sua casa discografica, quando, dichiara ancora, volevano farmi “cantare pezzi di cui possedevano le edizioni perché l’idea era che siccome avevo uno zoccolo duro di fan, qualsiasi cosa avessi cantato, sarebbe andata bene”.

Rattristato da questa considerazione che avevano di lui e con la voglia di cantare qualcosa di suo ha deciso di auto prodursi, scelta coraggiosa e lodevole, con però gli svantaggi che lui stesso ha già notato. Purtroppo il mondo discografico e radiofonico oggi gira così, le case discografiche (che spesso coincidono con persone che hanno interessi anche nel mondo radiofonico… senza specificare, in certe emittenti passano certi cantanti più di altri perché le persone che rappresentano la casa discografica lavorano anche nella radio) spingono parecchio per far passare i pezzi dei loro artisti prima degli altri, le radio dal canto loro non si vogliono e non si devono vendere ma devono anche fare i conti con i tempi che corrono.

Per questo, nell’epoca in cui il disco-richiesta è morto e defunto perché se vuoi sentire una canzone basta digitare “Youtube” su Internet, le radio cercano di diventare quasi talent scout, ne avevamo già parlato tempo fa, provando a scovare canzoni in giro per l’Italia e per il mondo da proporre e far diventare grandi successi prima che le scoprano altri (Jubel dei Klingande è un esempio recentissimo: chi la conosceva qualche settimana fa? Ora è prima in tutte le classifiche e passa in tutti i maggiori network).

I cantanti, invece, vorrebbero cantare i loro testi e dire le loro cose ma non sempre succede, soprattutto, come denuncia lo stesso Scanu, se arrivi da un talent, sei giovane e vieni affidato ad una major che diventa anche il tuo manager e ti impone il percorso da seguire. Un mondo difficile.

Ora, però, volevo fare alcune considerazioni e dare, se possibile, dall’alto della mia inutilità e del mio “non sono nessuno”, alcuni consigli al giovane Scanu.

Primo: proprio per il carattere “puntiglioso e trasparente” che ritiene di avere, questo tipo di dichiarazioni a cuore aperto rischiano di compromettere la sua carriera artistica e i suoi rapporti con i media, in particolare con radio e case discografiche (alla fine quelle che lo fanno mangiare) quindi occhio a frasi del genere.

Secondo: per le considerazioni che facevo prima, al giorno d’oggi le radio non sono più questo gran veicolo di successo, sono centinaia gli esempi di artisti che non passano per radio o non sono mai passati e hanno comunque un riscontro enorme, se davvero credi in un progetto e ritieni che il tuo materiale sia veramente valido, continui comunque e trovi ogni modo possibile per farti sentire, quindi non è sempre colpa delle radio.

Terzo: proprio a proposito di questo, non è che questa intervista “forte” non sia invece un tentativo di pubblicità stranamente a pochi giorni dall’uscita dell’album dopo che un singolo non ha fatto grandi risultati? In fondo, un artista come Scanu ha avuto le sue possibilità, è sul mercato discografico da qualche anno ormai e per alcune cose dette o per alcuni comportamenti che ha tenuto non è proprio ben visto dal pubblico, stando ai commenti che ho letto da più parti da molti utenti, quelli che poi alla fine comprano i dischi e le canzoni, quindi anche in questo caso ti fanno mangiare.

Ci sarà forse un motivo se non ha mai sfondato veramente ed è invece rimasto spesso nel limbo tra il dimenticato e l’osannato? Se io scrivessi una canzone ora e la mandassi in radio molto probabilmente non verrebbe programmata, questo non per colpa delle radio che non la fanno passare ma del mio pezzo che non è valido; non si può di certo campare con lo zoccolo duro di fan che, certo, compreranno i tuoi dischi ma se davvero vuoi fare questo lavoro devi piacere a molte più persone che a uno zoccolo duro di appassionati. E queste dichiarazioni invece ti allontanano dalla maggior parte del pubblico. Poi ognuno faccia le sue considerazioni.

FONTI: Mainfatti.it1 – Mainfatti.it2

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

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