HomeMagazineWorkshop Radio Unicom: “qual è il futuro della radio?”

Workshop Radio Unicom: “qual è il futuro della radio?”

Martedì 28 aprile si è tenuto un nuovo workshop sulla radio presso la sede Unicom di Milano. Protagonisti ancora una volta Claudio Astorri e Guido Monti, supportati dalla presenza di Massimo Zuccotti (Events manager di Gardaland) e Salvo Ferrara (Consigliere Unicom).
Tanti i temi trattati nel corso dell’incontro, dall’analisi di alcuni dati alla gestione in co-marketing degli eventi all’interno di strutture particolari, come Gardaland, passando dallo sviluppo della creatività radiofonica e non solo.

In sé, l’incontro non ha subìto nessuna interruzione, è andato avanti rapidamente, con concetti già pienamente trattati anche in occasioni passate, salvo accendersi sul finale grazie a Guido Monti che, in modo quasi provocatorio, ha posto ai presenti una domanda che ha toccato corde molto sensibili: qual è il futuro della radio per voi e come sarà possibile riuscire a fare radio?

Il clima si è scaldato in un attimo e, prontissimi, alcuni presenti tra il pubblico hanno voluto rispondere; c’è chi ha parlato di un futuro molto roseo, grazie all’inserimento graduale del DAB, chi, invece, ha preferito basarsi sulla seconda parte della domanda, come Angelo Bianchessi di RDS Advertising che, in modo giustificabile vista l’azienda per cui, ha valorizzato oltremodo la presenza di RDS Academy, identificandola quasi come grande spiraglio e faro per il futuro degli speaker e della radio, il tutto solo perché i primi quattro classificati della scorsa edizione lavorano regolarmente in grandi radio.

Certo, è un ottimo risultato, una boccata d’ossigeno, ma per quattro che lavorano, quaranta hanno subìto e subiranno nella nuova edizione la tagliola dei provini e l’impatto con il talent, capace di esaltarti o di distruggerti secondo quelle che sono le dinamiche televisive.
Considerare l’Academy una “risorsa” per l’intero sistema radiofonico lascia delle perplessità, tant’è che anche tra i presenti sono nati malumori.

Nel corso di una diretta su Periscope anche Fabio Alisei di Radio 105 ha toccato l’argomento legato al workshop e a questa affermazione, parlando proprio dell’eccessiva importanza che si sta dando a questo talent non considerando che i dati d’ascolto non lo premiamo e non gli conferiscono in automatico la possibilità di far respirare l’ambiente.

Insomma, ancora tanti i punti interrogativi su quale potrebbe essere la giusta via d’uscita per tutto il sistema radiofonico e, anche in questo caso, la questione è arrivata ad un punto morto.
Che sia davvero la tv, il talent show, il futuro di un mondo che con questi ambienti non dovrebbe avere nulla a che fare?

 

 

Articolo a cura di Alvise Salerno

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