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La Volgarità in Radio fa crescere l’Ascolto?

Uno degli errori che spesso si possono commettere quando si fa radio, è quello di pensare che l’arma vincente da utilizzare quando si è a corto di idee o si vuole risultare simpatici sia quella della “volgarità”.

Non fraintendetemi, non sono certo un “bacchettone”, ne una persona che pensa che in radio ci siano dei “tabù” o delle parole che è meglio evitare di dire, però quello che noto sempre più spesso è il tentativo, da parte di molti speaker, di risultare simpatici tramite l’uso di termini non appropriati.

Visto che oltre a fare radio, sono io stesso un ascoltatore, ritengo che a volte l’uso di parolacce sia alquanto inopportuno ed anzi, potrebbe contribuire a rovinare il “prodotto finale” e il buon esito di un intervento all’interno di un programma. E’ vero che spesso si sente dire che quando facciamo radio dovremmo immaginare di essere al bar con un amico a fare due chiacchiere, però una cosa da non dimenticare è che si ha sempre a che fare con un mezzo di comunicazione e soprattutto che, indipendentemente dal tipo di programma, stiamo offrendo un “servizio” a chi ascolta e per questo motivo dovremmo innanzi tutto avere rispetto nei loro confronti.

Oltre all’utilizzo di termini non appropriati, bisogna dire che un’altra cosa ancora più inopportuna è l’insulto. Accade spesso infatti, che per lo stesso motivo detto in precedenza, ovvero risultare simpatici o pensare di avere a che fare con degli amici, ci si lasci andare ad appellativi per definire una determinata persona. Ritengo che non ci sia nulla di più sbagliato, sia essa un personaggio pubblico, un conoscente o, ancora peggio, un ascoltatore.

Nessuno ci vieta di esprimere la nostra idea o la nostra opinione in merito a qualcuno o a qualcosa, ma questo va fatto con moderazione ed in maniera civile. L’errore più grave è soprattutto nei confronti dell’ascoltatore. Ricevere un sms o una telefonata e rivolgere un insulto a chi ci ascolta è quanto di più sbagliato si possa fare. Non dimentichiamoci infatti che senza di lui, senza di loro, noi, la radio e chi la fa, non potremmo esistere.

Questo errore, che si può riscontrare in diversi format radiofonici, è più frequente nei programmi che hanno un’impronta comica. Ma non c’è nulla di più triste che ascoltare degli speaker (alle prime armi o navigati) che tentino di emulare programmi di successo utilizzando come arma “la volgarità”, l’insulto o, ancora peggio, il prendersi gioco di determinate persone.

Lo sbaglio sta, in questo caso, nel non aver capito che nei programmi comici di successo, l’arma vincente è il modo di esprimere determinati concetti o la simpatia di chi li conduce, mentre la parolaccia o l’insulto (ironico) sono una sorta di “surplus” che, solo in questo caso, possono contribuire a renderlo piacevole da ascoltare.

Con questo non voglio dire che in radio non si possano utilizzare certe parole, oppure che non si possa scherzare e prendere anche in giro qualcuno. Tutto sta nel “modo” con cui vengono fatte queste cose e nel capire quando è o può essere il momento di buttarla sul ridere.

Personalmente sono più a favore di una battuta scadente (ritenuta tale) di “serie z” o una “freddura”, piuttosto che una parola inopportuna detta in un contesto sbagliato solo per cercare di risultare simpatici. Non è in questo modo infatti che si “conquistano gli ascoltatori”.

E voi cosa dite? Siete di quelli che in onda si lasciano scappare troppe parole inopportune, rischiate o avete mai rischiato di essere “censurati” o addirittura “cacciati” a causa di qualcosa che avete detto mentre eravate “on air” e non dovevate dire? Cosa ne pensate?

A voi la parola…

Articolo a cura di Mattia Savioni

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