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Il Caffè di Radio Capital: Intervista a Benny, Riccardo Quadrano e Mario De Santis

Questa settimana, Radiospeaker.it ha trascorso alcune ore all’interno degli studi di Radio Capital e con Benny, Riccardo e Mario, conduttori del “Caffè di Radio Capital”, programma che va in onda dalle 7.00 alle 10.00. Abbiamo scoperto, con leggerezza e ironia, qualcosa in più su questi grandi professionisti, senza per questo tralasciare argomenti più seri e tecnici. Ora varchiamo la porta ed è subito RADIO.

BENNY:

Quando hai pensato di fare radio?

Ho iniziato decisamente tardi a fare radio, precisamente a 26 anni anche se la passione è iniziata  tempo prima, in quanto ero un grande ascoltatore di radio. In particolare, negli anni ’90, ero  attento a Rds, perchè in Abruzzo, dove vivevo, era un’emittente molto ascoltata. Il mio sogno non si è fatto attendere a lungo, ci sono stati due anni di gavetta e subito dopo l’esperienza ad Rds. Da un lato, questo era un riconoscimento alla presenza di un talento, dall’altra parte, forse avevo bisogno di fare ancora “pratica” e per qualche tempo questo è stato il mio cruccio. Successivamente, sono approdato a Radio Capital, dove mi trovo benissimo.

Il pensiero più strano che ti è venuto in mente davanti al microfono?

Beh, quando trasmettevo di notte devo dire che qualche pensierino “sconcio” mi è venuto in mente,soprattutto prima di andare in onda, ma anche dopo (risata). A dirti la verità, non mi capita di pensare ad altro quando sono davanti al microfono anche perchè non sempre la mia concentrazione  mi supporta. Per questo mi avvalgo dell’aiuto dei miei due amici.

Risulta più semplice trasmettere in tre oppure da soli?

E’ facile perchè noi riusciamo a dividerci bene gli spazi e a non accavallarci e questa è una cosa molto importante. Nel nostro caso posso dire che ci siamo divisi bene i compiti:  io tengo più i tempi, Riccardo è il più pulito dei tre e Mario che invece è il battitore libero, la punta, quello che poi fa goal.

La gaffe più divertente che ti è capitata mentre eri in onda?

Mi è successo di cadere letteralmente dal “trespolo”, diciamo che quest’ultimo era troppo alto. Il tutto è accaduto a Radio Cuore quando mi trovavo in Toscana. “Ti è preso un infarto”,aggiunge Mario, ironicamente. “ A me è caduto davanti il tecnico, mentre ero in onda”, aggiunge Riccardo, “ed ho riso per circa un quarto d’ora”.

 

ASCOLTA l’AUDIO DELL’INTERVISTA:

 

RICCARDO QUADRANO:

E’ vero che rinunceresti al calcio solo per un gelato con Anna Falchi?

Diciamo che ora la Falchi è un po’ “passata di cottura”, adesso non rinuncerei per nulla al pallone. Raccontare il calcio è stata fin da bambino la mia passione più grande, già da allora mi esercitavo nella simulazione di radiocronache sportive. Mi ero ripromesso che avrei festeggiato quando sarei riuscito a trasmetterne una da uno stadio importante, questo è accaduto e quel momento è stato l’inizio di una lunga stagione dedicata alla cronaca calcistica.

La tua squadra del cuore?

(Esplode la risata di Benny)

Non lo dirò nemmeno sotto tortura. Benny e Mario lo sanno e sono depositari di questa verità. Non lo rivelo per un motivo di professionalità, in quanto per diversi anni ho raccontato il calcio su un network e sbilanciarsi non sarebbe stato corretto. “Non è una squadra che gioca bene a calcio”, puntualizza simpaticamente Benny. “ E’ un indizio opinabile questo” risponde Riccardo.

Una cosa che vorresti raccontare al microfono?

Una cosa che ho detto e che è stata una grande soddisfazione è stato annunciare la vittoria dell’Italia in un campionato del mondo. Mi piacerebbe, invece, poter raccontare un grande avvenimento storico, come la salita al soglio di un nuovo Papa.

Cosa consiglieresti ad un’aspirante conduttore /ce di cronaca calcistica?

Il mio suggerimento è quello di spogliarsi dalle vesti di tifoso, di esercitarsi moltissimo, di metterci tanta passione e di emozionarsi durante il racconto.

 

MARIO DE SANTIS

E’ più divertente fare radio ora o in passato?

Confrontando il periodo di Radio Deejay, durato dieci anni, con quello attuale a Radio Capital, devo dire che preferisco decisamente quest’ultimo. A Deejay è stato molto interessante poter fare un esperimento di mescolanza di informazione con Linus ed anche con Platinette, solo che per motivi editoriali, ancora non c’è la libertà di fare quello che si chiama “Infotime”. Siamo anche in un periodo storico particolare, c’è una sorta di paura nell’affrontare determinati argomenti in quanto si teme un abbassamento degli ascolti a causa di questo. Diciamo che quello di Deejay e Capital sono due fasi diverse.

Che cosa è cambiato in radio rispetto al passato?

Poco. E’ proprio questo il problema. Sono sempre le stesse persone che la fanno. Non c’è un ricambio di personale e non c’è un rinnovo dei format.

Cosa ne pensi dei personaggi televisivi che approdano alla radio?

Questo è un fenomeno che ha avuto inizio 7 o 8 anni fa ed ora sta scemando, in quanto i direttori radiofonici, finalmente si sono resi conto che i personaggi televisivi in radio rendono sicuramente meno.

Articolo di Catia Demonte

Admin Radiospeaker

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