HomeMagazineIl Coda-Intro o Disco-Disco: gioia e dolore del Conduttore Radiofonico

Il Coda-Intro o Disco-Disco: gioia e dolore del Conduttore Radiofonico

Tratto dal libro “Teorie e Tecniche di Conduzione Radiofonica” a cura di Giorgio d’Ecclesia

Ogni conduttore radiofonico che si rispetti si sarà imbattuto almeno una volta nella gestione di un coda-intro o disco-disco (che dir si voglia), ovvero quell’intervento in voce tra  due brani (nello specifico la fine di un brano e l’inizio del successivo) senza l’utilizzo di basi estensive. Un intervento blindato che viene fatto sfruttando quei pochi secondi a disposizione tra i due brani: quelli della coda del brano da cui si esce e dell’intro strumentale del brano in cui si entra.

Prima di proseguire nel discorso e di analizzare la tecnica di questo elemento del clock radiofonico dobbiamo chiarire i due concetti che ne stanno alla base: l’intro e la coda di un brano.

Cos’ è l’intro di un brano?

L’intro di una canzone è quella parte strumentale introduttiva con cui cominciano molti brani. C’è da tenere in considerazione che non tutti i brani hanno un inizio strumentale (alcuni cominciano con il cantato) ma la stragrande maggioranza di essi ha un giro strumentale iniziale che introduce (da qui intro) la parte vocale dell’artista.

L’intro di solito viene impostato sul software di regia automatica dal regista in modo da permettere allo speaker di avere un countdown sullo schermo, il quale gli indica quanti secondi ha a disposizione prima che arrivi la voce del cantante.

Nella figura qui a destra c’è una schermata di Xautomation, uno dei software di automazione radiofonica più diffusi nelle radio italiane. La numerazione in celeste indica l’intro: in questo caso 4 secondi. Vuol dire che lo speaker ha ancora 4 secondi a disposizione per parlare sulla parte strumentale del brano che è appena cominciato (e che durerà 4 minuti e 11 secondi secondo la numerazione di color verde). Le intro in genere variano dai 3 ai 30 secondi.

 

Cos’è la coda di un brano?

La coda di un brano è il corrispettivo finale dell’intro. Si tratta della parte strumentale che in genere conclude una canzone. I brani solitamente finiscono con una ripetizione del ritornello della canzone o con una parte strumentale sulla quale lo speaker può entrare per disannunciare l’artista o per cominciare il suo intervento.

Come si fa un conda-intro?

Il coda-intro è un elemento del clock radiofonico tra i più tecnici. Non esagero dicendo che è proprio durante un disco-disco che si può riconoscere un bravo conduttore radiofonico. Questi infatti dovrà dimostrare di essere in grado di parlare in tempi prestabiliti, con estrema disinvoltura e dicendo cose interessanti.  Meglio ancora se riesce a trovare un collegamento con i due brani in onda.

Un coda-intro base dovrebbe contenere questi elementi:

  1. Tecnica: Disannuncio dell’artista in onda (parlando sulla coda del brano)
  2. Branding: Ripetizione del nome della radio (e del proprio nome)
  3. Contenuti: Collegamento tra l’artista disannunciato e quello che si sta per annunciare
  4. Tempistica: il conduttore dovrà parlare nei secondi prestabiliti tra la coda e l’intro del brano in arrivo
  5. Tecnica: Annuncio del brano in arrivo svelando solo alla fine il nome dell’artista

Facciamo un esempio concreto: Questo è il coda-intro realizzato da Danilo Liberace durante una session di registrazione della sua demo radiofonica negli studi di Radiospeaker.it:

Nel coda-intro appena ascoltato ci sono tutti gli elementi elencati poco fa.

Il consiglio che diamo di solito ai nostri allievi durante i Corsi di Conduzione Radiofonica è quello di prepararsi molto prima di andare in onda: trovare notizie sugli artisti di cui si dovrà parlare ed esercitarsi con le intro dei brani per essere sempre più disinvolti. L’ascoltatore non deve percepire che ci siano dei secondi che stanno per scadere e che abbiamo preparato tutto alla perfezione. Il risultato finale dovrà essere piacevole, disinvolto, spontaneo, sorridente e senza tensione nella voce.

Gli errori del coda-intro:

Parlare sulla voce del cantante che si sta annunciando: in gergo si dice “prendere l’intro sui denti”. L’effetto è catastrofico
Accelerare di colpo la velocità del parlato (per non parlare sulla voce del cantante): il risultato all’ascolto è pessimo, per non dire ridicolo
Far percepire uno stacco tra la coda del brano e l’intro dell’altro: questo errore fa percepire all’ascoltatore che c’è qualcosa che non va e che lo speaker non è preparato
Tensione nella voce: il coda-intro con dei secondi blindadi spesso manda nel panico i conduttori e questo stato d’animo si riflette nella voce. Il risultato è robotico ed impacciato.

E voi cosa vorreste aggiungere sull’argomento “coda-intro”? Scrivetecelo nei commenti!

Tratto dall’Ebook “Teorie e Tecniche di Conduzione Radiofonica” a cura di Giorgio d’Ecclesia

Admin Radiospeaker

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