HomeMagazineLa Critica o l’Offesa rivolta al Conduttore Radiofonico

La Critica o l’Offesa rivolta al Conduttore Radiofonico

Una delle cose più difficili da sopportare, con cui uno speaker deve preventivare di poter fare i conti, è la critica o l’insulto ricevuto da parte di chi è all’ascolto. Purtroppo infatti la radio, in quanto mezzo di comunicazione, è spesso interessata da questo tipo di fenomeno e chi crede che non sia poi così grave o sia facile da sopportare, in realtà si sbaglia di grosso.

In radio, come accade nella vita, esistono due tipi di speaker: quelli in grado di “sorvolare e fregarsene” (beati loro) e quelli a cui spesso capita di rimanerci male. La cosa che mi ha sempre colpito è che se pensiamo che questo problema sia più diffuso tra chi è agli esordi o si diverte in una radio locale, stiamo sbagliando alla grande!

Ho infatti potuto constatare con mio grande stupore, nelle occasioni in cui ho avuto la fortuna di confrontarmi con speaker professionisti, che anche i più insospettabili possono “rimanerci male” per un insulto o una critica gratuita ricevuta tra una miriade di complimenti durante la propria trasmissione. Non si tratta infatti di voler fare i permalosi, è che a volte risulta difficile dover fare i conti anche con una sola stupida offesa o accusa, specialmente quando si sta facendo qualcosa che si ama (la radio) e ci si sta mettendo “anima e cuore”.

Ovviamente la tipologia di critiche e offese è molto molto variegata. Si va dalla più “semplice” accusa di non saper fare il proprio mestiere, passando attraverso un insulto gratuito per aver espresso un’opinione non condivisa o l’aver detto qualcosa che non va, per arrivare alle critiche più “tecniche e di sostanza”, come l’accusa di aver copiato qualcosa o qualcuno, quella di non essere originali, di non essere all’altezza del programma o di non essere degni sostituti dello speaker la cui trasmissione andava in onda nella fascia oraria che ora state occupando.

A parte i rari casi in cui chi lavora in radio riesce a fregarsene, bisogna dire che spesso capita di rimanerci male, anche quando l’insulto, la critica o, cosa più grave, l’offesa è priva di fondamento ed è detta col solo scopo di divertirsi sfogando un po’ di cattiveria verso chi parla davanti ad un microfono o lavora nelle “retrovie”.

Purtroppo a tutto questo non esiste rimedio, perché chi si trova ad avere a che fare col mondo della comunicazione deve preventivamente mettere in conto tutto ciò. Nonostante ciò, la cosa che credo sia importante è quella che si potrebbe definire come una “regola fondamentale” per chi fa radio, ovvero il fatto di riuscire, durante la diretta, ad entrare in una sorta di “dimensione parallela” all’interno della quale niente e nessuno ci possa condizionare (ne la vita di tutti i giorni, ne un messaggio poco garbato). Solo una volta terminata quest’ultima, ci si potrà lasciare andare provando a riflettere e a metabolizzare quanto è accaduto.

Ovviamente l’errore che non si può e non si deve commettere è quello di controbattere a chi, in qualche modo, ci ha offeso. Per prima cosa perché non è facendolo che si potrà risolvere la questione, in secondo luogo perché a volte l’indifferenza verso chi si diverte alle nostre spalle è più utile rispetto al cedere a delle banali provocazioni. Inoltre non ci si deve mai dimenticare del fatto che quando siamo in onda si sta comunque parlando a delle persone che sono all’ascolto, che non devono sentirsi messe in disparte per delle nostre questioni personali.

A voi è mai capitato, mente eravate in onda, di ricevere offese o critiche? Come avete reagito mentre eravate “on air”? E alla fine del vostro programma? A volte può aiutare anche riderci su, oppure trasformare quanto ci è stato detto in qualcosa di costruttivo! Certamente non è sempre così facile…

Articolo a cura di Mattia Savioni

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