Federico l’Olandese Volante: “La radio ha ancora un grande futuro”
Dal passato delle radio pirata al futuro digitale, il racconto di una leggenda della radio italiana sul palco del World Radio Day 2025.
Tra gli ospiti più attesi del World Radio Day 2025, sul palco è salito Federico l’Olandese Volante, voce storica della radiofonia italiana, protagonista di oltre cinquant’anni di carriera tra le emittenti più iconiche d’Europa. Intervistato durante l’evento organizzato da Radiospeaker.it, ha ripercorso la sua storia professionale, dagli esordi sulle radio pirata olandesi fino ai giorni nostri, lanciando un messaggio chiaro: “La radio ha ancora un grande futuro. Lo dico soprattutto ai giovani”.
Federico l’Olandese Volante: dalle radio pirata a Monte Carlo
Federico ha raccontato i suoi primi passi nel mondo della radio a bordo delle celebri stazioni off-shore come Radio Veronica: “Eravamo davvero pirati. Trasmettevamo al di fuori delle acque territoriali e rischiavamo l’arresto. Ma quelle radio erano uno spazio di libertà, anche commerciale, in cui passavano musica e pubblicità che le emittenti ufficiali non trasmettevano”.
Dopo l’esperienza nel Nord Europa, il passaggio in Italia arriva con Radio Monte Carlo, negli anni Settanta: “È stato il periodo più bello. Parlavo italiano e ho portato lo stile anglosassone nel modo di trasmettere. C’era un clima speciale, io stesso ero resident DJ al Jimmy’z e in pista c’erano Brigitte Bardot, Frank Sinatra, Carolina di Monaco”.
Il presente? “La radio sta bene, ma basta falsare i dati”
Federico ha ricordato il fermento degli anni ’70 e la nascita delle prime radio libere in Italia: “Quando è nata Radio Milano International, nel 1975, in pochi mesi Radio Monte Carlo perse 5 milioni di ascolti. Era evidente che in Italia c’era bisogno di quel tipo di radio. La gente voleva pop, voleva novità”.
Sulla situazione attuale del mezzo radiofonico, Federico ha parlato con franchezza: “La radio secondo me sta bene, ma non bisogna falsare i dati. Lo scorso anno c’è stato un boom di ascolti legato alle campagne ‘votateci’ promosse dalle emittenti, che hanno distorto la rilevazione. Quest’anno, con il ritorno alla normalità, si è vista la reale situazione, che in realtà è stabile rispetto a due anni fa”.
Un’icona della radio, tra memoria e futuro
Sul palco, Federico ha voluto salutare anche due grandi colleghi: Ronnie Jones e Fausto Terenzi, definendoli “i veri senior DJ della radio italiana”. E mentre raccontava di Woodstock, degli hippie, delle università occupate e di quel senso di libertà che animava l’epoca, il suo messaggio è rimasto chiaro: “La radio non è finita. La radio cambia, evolve, ma resta viva. Ed è un mezzo che i giovani devono continuare ad amare”.