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Le Radio Locali e i Giovani

Quello di cui sto per parlare non vuole essere uno sfogo dettato da non so quali motivazioni, ne deve sembrare una polemica. Sarebbe infatti troppo facile ricevere l’appoggio di chi legge se questo articolo fosse scritto con tale intento, ma lo scopo è in realtà diverso.

Quello di cui mi piacerebbe parlare insieme a voi è più che altro una constatazione di ciò che accade nel momento in cui una persona come tutti noi, più o meno “esperta” dell’universo radiofonico o di come si faccia radio, si mette alla ricerca di una piccola emittente dalla quale trasmettere oppure di una realtà che gli possa offrire una nuova opportunità di crescita professionale.

Settembre è infatti per tutti noi, il mese in cui riprendono i normali palinsesti radiofonici e pertanto è il momento durante il quale, per i più fortunati, si torna davanti ad un microfono pronti a regalare (e regalarsi) nuove emozioni parlando alla radio. Ma oltre ai numerosissimi ragazzi/e (delle più disparate età) felici di poter godere di questa opportunità, non vanno assolutamente dimenticate le persone che invece “vagano” alla disperata ricerca di una radio da cui trasmettere, oppure si “lanciano” nel tentativo di fare il cosiddetto “salto di qualità” senza ottenere alcun risultato.

Ciò che colpisce maggiormente e che ancora oggi mi risulta poco chiaro, sono le maniere con cui molti di noi vengono trattati durante questo tentativo di trovare una radio da cui poter trasmettere. Ed ogni volta mi stupiscono i racconti delle persone che incontro o degli amici, che riguardano tutto l’universo radiofonico delle piccole e grandi emittenti.

Fin quando infatti si parla di mail mandate o provini recapitati a grandi network, non mi stupisco più di tanto (forse dovrei) se chi racconta questa esperienza dice di non essere stato minimamente preso in considerazione. Ma rimango davvero colpito quando ascolto persone che hanno fatto gli stessi tentativi con piccole emittenti locali che si sono comportate allo stesso modo. E magari sono proprio quelle piccole radio che si lamentano della mancanza di volontari o di personale che consenta di tenere in piedi la struttura.

Mi chiedo per quali motivi, in questi casi, la radio in questione non abbia nemmeno lo scrupolo di rispondere all’interessato. Non trattandosi di un “colosso” non è accettabile nemmeno la scusa del “siamo pieni di mail e non riusciamo a rispondere a tutti”. Ma allora perché queste piccole realtà non scelgono di sfruttare queste occasioni come risorse per creare un vero e proprio team che nel suo piccolo consenta loro di realizzare e di poter offrire un palinsesto più o meno completo, facendo crescere delle persone?

Da queste considerazioni non vanno escluse le grandi emittenti, in cui però l’approccio al problema è diverso. Eccetto alcuni folli (o coraggiosi, dipende dai punti di vista) che decidono di provare a proporsi a queste realtà pur sapendo di non essere all’altezza (dal punto di vista “tecnico”), sono molte le persone competenti e preparate, brave a fare radio, “allenate” da mesi o anni di esperienza in piccole emittenti che si giocano il tutto per tutto provando a fare il cosiddetto “grande salto”.

In questi casi i più fortunati (pochi) vengono quantomeno presi in considerazione, pur sentendosi dire la più banale delle considerazioni “sei bravo, il tuo progetto è interessante, ma in questo momento non potremmo economicamente permettercelo” (salvo poi ascoltare in onda, poche settimane dopo, il “vip” di turno che probabilmente è un peso economico non indifferente per la radio in questione). Altra risposta che molti si sono sentiti dire è invece “il progetto è interessante ma non fa per noi”.

Ecco, non so se a qualcuno di voi è capitato uno dei casi sopra descritti, ma quello che volevo domandarvi, oltre a chiedervi di raccontare la vostra personale esperienza, è se non preferireste sentirvi dire un più sincero “non ci interessi”, “non sei all’altezza per questi motivi…” (dalle grandi radio) oppure un “grazie per l’interessamento, vieni quando vuoi per incominciare a fare esperienza (da una piccola emittente)?

Perché secondo voi (lettori, speaker, aspiranti speaker, fonici, pubblicitari o direttori) questo non accade quasi mai? Parliamone…

Articolo a cura di Mattia Savioni

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