HomeMagazineI Network: possibile "palestra" per Speaker?

I Network: possibile "palestra" per Speaker?

Da qualche settimana stiamo assistendo a una serie di polemiche e rivoluzioni, velate, sia psicologiche sia pratiche, all’interno del mondo radiofonico.
Facciamo un piccolo excursus, così da avere una panoramica chiara della situazione; tutto parte dal workshop tenutosi all’Università La Cattolica di Milano, lo scorso 4 febbraio. In quell’occasione, erano presenti editori, direttori e speaker di diverse radio, da 105 a Capital, da Radio24 a R101, fino a Radio Deejay con la presenza di Linus.

Si è parlato dell’evoluzione della radio, della sua applicazione ormai necessaria al web, allo streaming e a tutto ciò che ruota attorno al mondo di internet. Gli speaker storici hanno cercato di mantenere la loro linea, Linus compreso, basandosi su un modello molto antico e antiquato, mentre quelli di nuova generazione, ovviamente, hanno mostrato e dimostrato di essere al 100% al passo con i tempi, dando le loro idee, i loro pareri e la loro freschezza (parliamo di Marta Cagnola di Radio24 e Dario Spada di Radio 105).

Da quel momento, complice la pubblicazione dei dati d’ascolto pessimi per quasi tutti i network, eccezion fatta per Radio24, a distanza di brevissimo tempo dal workshop, si è cominciata a valutare seriamente l’ipotesi di un rimpasto e ricambio generazionale.
Una delle radio che lavora da qualche mese in quest’ottica è R101 che, soprattutto dopo l’evento de La Cattolica, ha scelto (o è stata portata a scegliere) di non fare trasmettere più Federico L’Olandese Volante, lasciando ulteriore spazio a speaker giovani ed emergenti, di cui lo stesso Federico non ha quasi per nulla una buona considerazione dal punto di vista professionale.

Nel frattempo arriva la prima edizione del Radio City a Milano, dove è stato portato avanti un concorso, FRU Talent, che ha visto coinvolte le webradio universitarie di tutta Italia, con i rispettivi speaker (i vincitori sono stati Federico Salmetti ed Enrico Corsini).

Sia su facebook sia sulle maggiori testate del web sono apparsi pareri più che positivi su questa nuova generazione di speaker, identificabile come Generazione Radio 2.0.
In tutto questo marasma, RDS e Vanity Fair hanno chiuso le prime selezioni della seconda edizione del talent show RDS Academy, in onda su Sky Uno da maggio, quindi si attende con ansia di conoscere gli 8 ragazzi che comporranno la “classe” del 2015. Quasi certamente, anche in questo caso, saranno stati molti gli speaker di queste realtà web ad avere provato a mandare il loro provino in video e, magari, qualcuno riuscirà anche a entrare all’interno del programma.

Insomma, tante piccole sfaccettature che ci portano al punto focale di quest’articolo; i network, negli ultimi anni, hanno investito risorse, economiche e tecniche, per sviluppare webradio, essenzialmente tematiche, da ascoltare sui loro siti ufficiali e sulle app.  A questo punto ci si chiede perché non reperire le voci più meritevoli e interessanti dalle radio locali, universitarie e web, mettere loro a disposizione queste webradio tematiche come vera e propria palestra e permettergli di crescere a contatto con i professionisti del settore in vista di un successivo passaggio sul network?

 

 

Articolo a cura di Alvise Salerno

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