Roberto Sergio: siamo la realtà più all’avanguardia nel mondo dell’audio
Il Direttore Rai Radio in una lunga intervista con Astorri parla del passato, presente e futuro della radio.
Il direttore di Rai Radio, Roberto Sergio, ha risposto oggi a 9 domande poste da Claudio Astorri sul mondo della radio. Il triennio che ha trasformato Rai Radio, l’Fm, il Dab+, il podcast, gli investimenti in comunicazione. Un panorama a tutto tondo sul mondo del total audio.
Innanzitutto, il percorso fatto. “Questa è la più grande soddisfazione: aver portato una realtà che viveva ai margini del mondo produttivo Rai, in gran parte analogica e scoordinata, agli standard di eccellenza attuali. Con una offerta organica e coordinata, accessibile da tutte le piattaforme digitali. Per ottenere questo risultato, è stato fondamentale il lavoro di una squadra che si è velocemente rimotivata e che ha davvero gettato il cuore oltre l’ostacolo. E poi, le tre pietre miliari del nostro percorso evolutivo che ci proiettano oggi con forza verso il futuro: la realizzazione di Viva Rai Play, l’avvio della visual radio e la progettazione di Rai Play Sound. Per una struttura che era considerata statica e “polverosa” direi non male…”.
Poi, Fiorello e l’operazione Viva Rai Play. “Credo che l’impulso dato da Fiorello a Rai Play sia stato fondamentale per Rai e per Rai Radio, che ha rappresentato la factory creativa e produttiva dell’evento. Ma ancora di più credo che Viva Rai Play abbia rappresentato una occasione unica di alfabetizzazione digitale per intere fasce di popolazione. In pieno spirito di servizio pubblico, Rai con quel format ha avvicinato alle piattaforme online milioni di persone, grazie al traino dei contenuti”.
E sulla visual radio, una precisazione guardando ai competitor. “Il progetto Visual radio è stato uno degli asset principali del rilancio di Rai Radio. Fin da quando abbiamo iniziato a parlarne ho trovato entusiasmo e convergenza di idee da parte del direttore di Radio 2, Paola Marchesini. Il vero record credo sia stato nei tempi di realizzazione del progetto che è passato in pochi mesi dalla progettazione all’on air, in piena epoca di pandemia. Oggi sento rivendicare spesso il titolo di primo ad aver trasformato la propria radio in modalità visiva. Una corsa alla medaglia a cui sinceramente non siamo interessati. Ci interessa di più come questa trasformazione sia avvenuta. E credo che i fatti parlino da soli: non siamo stati i primi ma credo che siamo i migliori.
Quali altre radiovisioni italiane avrebbero saputo realizzare in casa uno show come Viva Rai Play?”. Tempo di dtt per la visual radio? “Credo che parte del successo del canale risieda proprio nel suo essere trasversalmente digitale e di essere visibile sulle tv connesse. Credo anche moltissimo nello sviluppo della tv connessa, grazie anche ai prossimi eventi come gli Europei e le Olimpiadi, che sicuramente daranno nuove occasioni di visione con contenuti extra sulle smart tv. Quindi, perché andare a competere nel piccolo e costoso mondo dei canali in dtt? Il nostro obiettivo è ritagliarci la leadership fra i contenuti della tv connessa: moderna, flessibile, a misura dei nuovi telespettatori”.
Ancora, Ter. “Nel 2019 abbiamo portato sul Tavolo Editori Radio, che gestisce le rilevazioni, l’inadeguatezza del metodo di indagine, trovando ben poco ascolto. Nel 2020, pur in assenza di reali cambiamenti della metodologia, mi sembra di aver notato invece una convergenza di molti editori sulla necessità di misurare in modo passivo l’ascolto. Il sogno è che il 2021 sia finalmente l’anno del cambiamento. Intanto, andiamo avanti con la nostra ricerca parallela”.
In arrivo, Rai Play Sound: “Se si vuole guardare al futuro, bisogna essere pronti a misurarsi con le nuove abitudini di ascolto. Per questo Rai Play Sound sarà la casa di tutta l’offerta audio della Rai. Come va di moda dire adesso: la casa del “total audio”. Ovviamente, alla base c’è il successo (e quindi anche l’architettura) di Rai Play, ma nella progettazione abbiamo osservato con attenzione anche i player internazionali, in primis Bbc, come al solito sempre anticipatrice di tendenze e opportunità”.
Sergio torna anche sullo switch off dell’Fm. “Ho rilasciato qualche settimana fa una intervista a Newslinet in cui citavo un possibile switch off dell’Fm, scatenando critiche palesi da parte di molti oppositori e approvazioni meno palesi da altrettanti sostenitori silenti. Preciso quindi il tema. E’ ovvio che in un mondo ideale ma estremamente logico, non ha senso tenere in vita un doppio sistema di trasmissione, analogico e digitale. Nessun altro mezzo oggi lavora in questo modo, a partire ovviamente dalla tv, per il semplice fatto che è inutile, dispendioso e molto poco attento alle tematiche di sostenibilità ed ecologia. Sarebbe molto più lineare investire nel digitale e chiudere l’analogico.
Ne gioverebbe l’intero sistema: gli editori, gli ascoltatori, l’ambiente, che vedrebbe una drastica riduzione dell’inquinamento elettromagnetico. Purtroppo, siamo consapevoli che non sarà così almeno a breve termine (ne è prova il clamore destata dalla mia citata intervista). Che fare, quindi? Ogni editore ha le sue politiche strategiche. Noi spingeremo molto su Ip e Dab, e ottimizzeremo quanto più possibile sull’Fm, senza destinare risorse aggiuntive alla rete analogica, ma manutenendola al meglio e gestendo le frequenze. Non è il migliore dei mondi possibili, ma ad oggi l’unico, in assenza di una auspicabile convergenza di tutti verso lo switch off”.
Infine, una nota sulla comunicazione. “Non sono convinto di dover investire soldi derivanti in parte dal Canone per andare a competere con le radio commerciali nella lotta alla awareness pura. Preferisco pensare di valorizzare brand e prodotti con la cross promotion garantita dagli altri mezzi Rai. L’auspicio è anzi che la Rai ci sostenga sempre di più raccontando l’offerta Rai Radio. Sono sicuro che in occasione dell’avvio di Rai Play Sound questo avverrà con grande forza. Su prodotti specifici faremo sicuramente operazioni promozionali verticali, ma non andremo a comunicare le radio genericamente con pubblicità tabellare”.
Ufficio stampa Rai Radio