La nostra voce registrata: perché non ci piace?
Lo chock che si vive nel riascoltare la propria voce registrata è una delle prime cose da superare, se si decide di far gavetta in radio o nello speakeraggio pubblicitario. Non per tutti è però così facile fare lo sforzo tremendo di riascoltarsi fino a tentare di piacersi, soprattutto perchè, specialmente all’inizio la nostra voce registrata ci sembrerà terribilmente diversa da quella reale.
In realtà non è così: la voce è la stessa, è diversa solo perchè, quando la ascoltiamo mentre parliamo, oltre alla voce stessa sentiamo anche le vibrazioni della scatola cranica, che nel caso di una registrazione invece non riusciamo a sentire perchè queste, ovviamente non vengono riprese dal microfono o dal telefono. La nostra voce appare quindi piu’ secca.
Detto questo, dobbiamo assolutamente tentare di arrivare a un livello tale da considerare i nostri prodotti e la nostra voce quantomeno accettabili, o rischiamo di autocriticarci eccessivamente e buttare via anche cio’ che facciamo di buono, cosa assolutamente controproducente.
La soluzione: registrarsi, riascoltarsi e riregistrarsi, magari non con un telefono (che peggiora ancora di piu’ la qualità di quello che pensiamo sia un pessimo prodotto finale) ma, se possibile con qualcosa di piu’ serio. Questo è uno dei motivi per cui vale la pena, se non si hanno a disposizione soldini per comprarsi mezzi decenti di frequentare un corso per speaker che, come nel caso di quelli tenuti da radiospeaker.it vi da la possibilità, al termine di portarvi a casa il vostro demo radiofonico, quando probabilmente avrete già superato il famoso chock di cui sopra.
E voi, cari lettori, piace la vostra voce? Quando avete registrato e riascoltato la vostra voce per la prima volta, che impressione avete avuto?
Articolo a cura di Mario Loreti