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Luca de Gennaro: “Con Radio Capital sono rinato”

Luca de Gennaro: “Con Radio Capital sono rinato”

Una delle voci più importanti della radiofonia italiana, oltre che grande esperto di musica: Luca de Gennaro. Il conduttore di Radio Capital ripercorre la sua carriera, dagli inizi ad oggi.

A Il Messaggero spiega com’è cambiata la gavetta negli anni: “Una volta era diverso. Io sono cresciuto ascoltando Radio Luxembourg di notte. Noi vecchietti abbiamo iniziato a 15 anni nelle radio libere degli Anni Settanta. Poi quelli di Milano sono andati nelle radio private, noi a Roma in Rai dove sono arrivato a 22 anni, nel 1981. Ero a Bologna al Dams ai tempi del movimento studentesco, ma sentii che la Rai voleva svecchiarsi assoldando giovani. Mi trasferii a Roma ed entrai a Radio Luna: prendevo 160 mila lire al mese. Conobbi Fabrizio Frizzi, che faceva un programma comico tutto da solo: si inventava personaggi, vocine, stacchetti, una specie di Fiorello ante litteram. Aveva un talento pazzesco, la Rai lo assunse subito. Poi chiamarono anche me”.

Luca ha poi descritto la sua amicizia con il presentatore scomparso due anni fa: “La notte, dopo la radio, passavamo da un locale all’altro e finivamo sempre al “barazzo”, un bar sempre aperto in viale delle Milizie dove andavano poliziotti e gente della notte. La domenica andavamo al mare a Fregene, in Vespa, ci inventavamo giochi di carte assurdi, il fantacalcio con giocatori con nomi buffi. Ragazzate così. Ci siamo sempre fatti gli auguri il 4 gennaio, non a Capodanno. Era il nostro modo per augurarci buona fortuna. Eravamo come fratelli. Mi manca Fabrizio“.

Poi il racconto della Roma notturna:Se facevi il dj a Radio Rai eri una piccola rockstar. Le ascoltatrici chiamavano tra una canzone e l’altra e poi magari venivano a prenderti all’uscita. Nelle serate “laser rock” del Piper ho visto gente come i Van Halen e David Bowie. E poi c’era La Vetrina, dietro a Piazza Navona: ci facevo il dj dopo mezzanotte, c’era sempre Gregory Corso seduto a bere whisky. Una volta Paul Weller, all’epoca con gli Style Council, si mise in consolle con me. Tra l’89 e il 1991 in Weekendance su Rai Radio 2 raccontavo di alcuni rave illegali, ma erano solo indicazioni stradali. Le feste andavano avanti fino a mezzogiorno, in capannoni dismessi, con centinaia di ragazzi. Venivano dj da tutto il mondo, li organizzavano dei gestori di locali di Roma, io ci suonavo e facevo un po’ da ufficio stampa».”.

Poi l’esperienza in Rai: “La radio creava le tendenze. Fui il primo a passare i Litfiba, i Denovo, gli Avion Travel. Con Serena Dandini diventammo amicissimi: fui io poi a suggerirle il nome del suo programma, La Tv delle ragazze. Quanto al Festival, gli artisti stranieri non facevano solo l’ospitata, ma un vero concerto. E poi io li intervistavo. Sade, Spandau Ballet, Frankie Goes To Hollywood, Queen, Whitney Houston… Una notte in un localino incontrai i Depeche Mode, i Duran Duran e i Village People che ballavano in pista. E Dave Gahan che pomiciava con una groupie su un divanetto. Girava molta droga: canne, eroina, cocaina. Qualche canna ogni tanto me la sono fatta, ma niente di più. Ho provato anche l’ecstasy a un rave, ma non mi è mai “salita”. Sarò immune”.

Successivamente gli anni Novanta, quelli di Planet Rock, dal 1991 fino al 1994 su Radio2: “I primi Anni 90, dopo la caduta del muro di Berlino, per la musica sono stati irripetibili. Sono nati il grunge dei Nirvana, il brit pop, l’acid house, il rap italiano, il crossover. Ideai un programma in cui far sentire ciò che stava succedendo nel mondo. Intervistai Kurt Cobain dei Nirvana nel 1994, poco prima che si suicidasse. Fui io a scoprire Frankie hi-nrg, che mi aveva lasciato una rima di Fight da Faida incisa sulla segreteria telefonica, e poi lanciai anche gli Almamegretta. Planet Rock divenne di culto perché i ragazzi ci si riconoscevano”.

Il 1993 è l’anno della “Rai dei professori”: “A capo di Radio Rai ci misero Aldo Grasso, che di musica non capiva niente. Portò Moni Ovada e la Gialappa’s, i milanesi conquistarono la radio romana. Chiusero il programma: i fan raccolsero firme e addirittura Billboard scrisse che era uno scandalo. Ovviamente non valse a niente. Me ne andai e nel gennaio del 1996 mi sposai e mi trasferii a Milano“.

Luca de Gennaro: “Se la Rai mi facesse un’offerta, accetterei”.

A seguire l’entrata a Mtv: “Furono anni fantastici. Nel 1997 per lanciare Mtv Italia organizzammo il più grande concerto degli U2: 150 mila persone. Siccome ho sempre amato il rap, sponsorizzai Fabri Fibra e Caparezza, ma anche i Subsonica, i Negramaro e Le Vibrazioni. E poi per dieci anni con il programma Total Request Live, in diretta da piazza Duomo, portammo in Italia Britney Spears, George Michael, Justin Timberlake, gli Oasis, i Blur, Elton John. Poi lo strapotere di Mtv è finito. La crisi è arrivata quando i video musicali sono diventati sempre fruibili online. Così abbiamo risolto virando sulle serie tv e sui reality un po’ trasgressivi come gli gli Osbournes e Jersey Shore”.

Nel 2007 il ritorno in radio: quando Linus mi chiamò a Radio Capital per me fu una rinascita. Nel frattempo ho continuato a fare il dj, ascoltare gruppi, insegnare all’università, scrivere…”.

Cinque anni fa si fece per mesi il suo nome come direttore di Rai Radio2: “L’offerta non arrivò mai, e forse il mio nome venne fatto fin troppo. È da 25 anni che sono a Mtv, ma i quindici anni più importanti della vita, dai 20 ai 35, li ho passati a Roma, in via Asiago. La Rai per me è come la prima fidanzata: non invecchia mai, la vedo sempre bella, se mi facessero l’offerta oggi direi di sì“.

Infine la radio e il Covid: “La radio ha retto bene l’impatto con il Covid-19. Io meno, visto che il virus l’ho preso. Ero senza sintomi, ho trasmesso da casa. Alla mia età bisogna stare attenti“.

Francesco Pinardi

Francesco Pinardi

Conduttore radiofonico, speaker, giornalista e studente di Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Torino. Leggi i miei articoli

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