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Radio: La Visibilità in Rete

Ogni giorno 83 mila internauti navigano tra le pagine di Radio Deejay, contro i 36 mila di 105, i 15 di Virgin, i 16 di Monte Carlo e a seguire i 12 di Radio Italia, gli 11 di Radio 24 e i 7mila di R101. Questo l’esito, secondo Audiweb, relativo alle audience dei network nazionali. Farsi navigare dagli utenti in rete, di questi tempi, è l’unica vera maniera per ottenere maggiore visibilità, rafforzare l’identità dell’emittente stessa e garantirsi fette d’ascolto attive.

Audiweb è un rivoluzionario organismo presenziato da Enrico Gasperini, è una maniera per monitorare i new media qualitativamente e quantitativamente. Secondo i risultati del mese di aprile, diffusi dal boss dell’emittente milanese, nata nell’82 sulle ceneri di Radio Music 100, Radio Deejay sarebbe la più navigata delle radio private commerciali nazionali. Linus si congratula, senza mezzi termini, con l’equipe di lavoro per i risultati ottenuti, e dà ulteriormente prova di quanto l’emittente da lui diretta sappia destreggiarsi mediaticamente e quanto sia avanguardista.

E’ evidente, le regole della comunicazione, nell’era della trasparenza, passano dai social, dai siti internet, sono multimediali. Escogitare strategie ad hoc per controllare la quantità di pubblico che sceglie di visitare un determinato portale è l’unica maniera per pianificare una campagna di comunicazione a misura della platea di riferimento. Ogni radio, di qualunque dimensione, entità o area geografica, dovrebbe disporre di un ufficio comunicazione; ogni emittente dovrebbe escogitare, in relazione alla propria identità radiofonica, un piano strategico utile alla promozione dei propri contenuti.

Il passaggio dalla trasmissione broadcasting a quella narrowcasting è tutto qui. Attraverso i blog, forum, newsletter, mailing list, wikipedia, user generated content si possono ottenere informazioni e aggiornamenti specifici. Il nuovo approccio di trasmissione comunicativa presenta una più scrupolosa selezione dell’utente finale, è diretto, mirato,  immediato, di nicchia.

Se tutte le radio seguissero l’esempio amplierebbero l’audience, fortificherebbero il formato, l’identità, e avrebbero un ritorno massiccio in termini di marketing. Si piazzerebbero sul mercato in una certa maniera.

Internet, gli smartphone e gli altri apparecchi digitali che usiamo nel quotidiano fanno la fortuna del narrocasting. Addio pubblico generalista, ora se non si è abbastanza interessati ad ascoltare un certo mezzo di comunicazione traslocare altrove, dove il formato è più simile alla nostra personalità, implica solo un click.

Articoloa cura di Annalisa Colavito

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