La radio e i giovani al World Radio Day 2024: gavetta, passione ed esperienza per il successo
Simone Palmieri e Diego Zappone di RTL 102.5 e Radio Zeta, Marco e Raf di Radio Kiss Kiss, Fabio Marelli di Discoradio, Carlo Pahler, presidente di RadUni e la professoressa Mihaela Gavrila, responsabile scientifica di Radio Sapienza, hanno parlato del rapporto fra Radio e giovani al World Radio Day 2024.
C’è un luogo comune che spesso viene fuori quando si parla di giovani e radio, secondo cui alle nuove generazioni non interessi la radio. Ma la passione per la radio, secondo la nostra esperienza di Radiospeaker.it che di giovani ne vediamo tanti ogni giorno fra corsi e collaborazioni in ambito radiofonico, è sempre maggiore e per dimostrarlo abbiamo invitato al World Radio Day alcuni esponenti sia giovani che fanno la radio, sia di radio importanti che hanno un occhio di riguardo verso i giovani.
Lo scorso 13 febbraio, al Talent Garden Calabiana a Milano, sono passati a trovarci Simone Palmieri e Diego Zappone di RTL 102.5 e Radio Zeta, Marco e Raf di Radio Kiss Kiss, Fabio Marelli di Discoradio, Carlo Pahler, presidente di RadUni e la professoressa Mihaela Gavrila, responsabile scientifica di Radio Sapienza.
Parlando di gavetta è intervenuto Simone Palmieri che ha iniziato il suo percorso oltre 8 anni fa, giovanissimo con un percorso di formazione per poi passare alle web radio seguite da une breve esperienza a Viva FM che ha anticipato RTL e Radio Zeta: “La gavetta è stata fondamentale soprattutto nei momenti di difficoltà – ha spiegato Simone – se impari ad uscirne vivo in questi momenti, poi avrai tutto un bagaglio culturale e di formazione tale da poter affrontare un network e le responsabilità che poi ne conseguono“.
Mettere in gioco anche la propria storia può essere alla base di un percorso di successo in radio ed è quello che ha fatto anche Diego Zappone: “La radio è un’estensione della nostra personalità, e credo che più si vada avanti negli anni e meno conti la tecnica, alla fine ci piace ascoltare una persona che ci possa lasciare qualcosa, mischiando l’intrattenimento con la capacità di interagire dando qualcosa di proprio. La radio ha bisogno di questo, devi aver vissuto per poter raccontare, altrimenti cosa porti di te stesso?“
Quando scatta il click dell’empatia, hai fatto centro
La grande sfida nelle radio di flusso è proprio riuscire a mettere un po’ di sé stessi anche nel poco tempo di una radio in cui il logo è molto forte “però l passione. ti porta a fare tutto, ti abitui e anche quella diventa una parte di te e del tuo modo di lavorare. La personalità oggi è sempre più fondamentale anche sui social dove però devi riuscire a restare fedele a te stesso. Personalità non vuol dire improvvisare provando ad essere simpatici, cerco sempre di mettere qualcosa di mio per identificare l’ascoltatore che non significa essere ego-riferiti, dipende da come dici una certa cosa: raccontare un”esperienza avvicinando l’ascoltatore che si sente chiamato in causa, attacca molto di più alla radio” ha concluso Diego Zappone.
Parlando di social sono intervenuti Marco e Raf collegati dagli studi di Radio Kiss Kiss a Napoli che sui social sono molto attivi: “È giusto che la radio entri un po’ nei nostri social e che i nostri social entrino nella radio. Cerchiamo sempre di fare uno scambio e una connessione fra i due mezzi“.
Discoradio pur essendo una radio regionale, a Milano è percepita come un network ed è un faro per i giovani che amano la radio: “sono cresciuto ascoltando Discoradio – ha rivelato Fabio Marelli al World Radio Day – e lavorare in una radio che ho sempre ascoltato mi ha permesso di restare connesso con quel mondo lì: porto il mio mondo di quando avevo 20 anni anche adesso che ne ho un po’ di più. Si parla ai giovani che erano i giovani degli anni ’90 e a chi attraverso i genitori che trasmettono la loro passione della musica dance sono i giovani di oggi. Il fatto che riusciamo a portarci dietro gli ex giovani che parlano ai loro figli, magari è un plus per noi creando una platea sempre più eterogenea“.
Radio e giovani nel mondo delle università
Carlo Pahler, presidente di RadUni ha fatto una fotografia del grande lavoro che le radio universitarie ogni giorno svolgono: “nelle radio universitarie sono coinvolti oltre 400 studenti in tutta Italia e sono dei grandi laboratori per i giovani nel senso che permettono i ragazzi di conoscere da più vicino la radio oltre che tutti gli strumenti che ne girano intorno come il podcast o i social. E sono tanti gli studenti che partono da qui per poi arrivare alle grandi emittenti nazionali. Facciamo quello che prima facevano le radio locali dando la possibilità di formarsi e fare gavetta in questo mondo“.
“La radio fa bene all’università e viceversa. Sono due dimensioni che se si incontrano e trovano un’armonia, il risultato è ottimale – ha concluso Mihaela Gavrila – è quello che succede anche con Radio Sapienza che quest’anno ospiterà il Festival delle Radio Universitarie a maggio. Siamo in un universo giovanile pieno di fragilità che spesso si possono superare anche grazie alla radio che aiuta i nostri ragazzi a superare le proprie timidezza o ad affrontare il mondo del lavoro. La radio educa all’ascolto in un mondo, quello del lavoro, che ascolta sempre meno: dalla radio tutti avrebbero molto da imparare“.
Rivivi tutto il World Radio Day sul sito ufficiale www.worldradioday.it; l’intervista integrale è disponibile nel video che segue.