Rai Radio esce da TER dal 1° gennaio 2024

Che la ricerca TER sia ormai fuori dal tempo è cosa risaputa, e Rai Radio non ha mancato di puntualizzarlo in questi ultimi anni.

In questi mesi si sta parlando tanto anche dell’effetto distorsivo dell’approccio telefonico, che spesso favorisce la brand awareness ben più che la qualità dei contenuti.

Ma mai come ora – ne abbiamo parlato anche attraverso le parole di altri editori che seppur inizialmente contrari, si sono poi dovuti adattare – le radio rilevate hanno cavalcato i limiti della ricerca, chiamando a raccolta i propri ascoltatori in una campagna di reclutamento mai vista prima: una pratica che secondo molti andrebbe ben oltre la semplice sensibilizzazione o autopromozione, che potrebbe distorcere il campione e alterarne i risultati.

Dal boom di ascolti ai provvedimenti del CdA di TER

Un primo risultato di questa campagna potrebbe essere il boom di ascolti che ha portato in pochi mesi la radio dai 34 milioni scarsi di ascoltatori del 2° semestre 2022 fino a sfiorare i 37 milioni nel Trimestre mobile marzo-maggio 2023, crescita che però per certi versi risulta inverosimile.

Qualcosa in TER si è comunque mosso: lo stesso CdA ha imposto alle radio la sospensione di tutte le attività di promozione a sostegno dell’ascolto ma solo per sei mesi.

Ci sarebbe anche la decisione del CdA di verificare l’applicabilità di sanzioni a chi vi disattende. È già così nelle altre currency, ed è così all’estero, dove spesso le radio rischiano non solo sanzioni, ma la sospensione stessa dalla ricerca.

La decisione di Rai Radio: fuori da TER dal 2024

Rai nel frattempo ha tratto le sue conclusioni. Dopo aver per anni reiterato inutilmente il suo dissenso, sia in termini di Governance che di impianto metodologico, secondo alcune indiscrezioni, la radio del Servizio Pubblico dal 1° Gennaio 2024 sarà fuori dalla ricerca.

E non accetterà compromessi: nessun restiling di facciata, nessun ritocco di colore, nessuna TER in versione BIS. 

Rai salirà a bordo solo se si volterà pagina, con una nuova Società che sia disruptive rispetto al passato, una nuova Governance che veda rappresentato il mercato pubblicitario, una nuova ricerca che sia coerente rispetto alle attuali esigenze editoriali e di mercato.