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Il Rapporto con gli Ascoltatori in Radio

C’è chi dice che in radio i numeri siano tutto, chi vede solo il profitto, le entrate pubblicitarie e il guadagno di fine anno, chi inizia e finisce il suo programma senza pensarci troppo ma tanti spesso secondo me dimenticano un aspetto fondamentale della radio, o meglio un aspetto che fa la radio: gli ascoltatori. Dico questo partendo da una semplice riflessione e considerazione, quella cioè che in molti, troppi programmi in cui gli ascoltatori possono interagire, intervenire e fare domande questi siano trattati davvero in malo modo e considerati meno di zero, come se la loro opinione non contasse o peggio ancora come se la loro opinione fosse sbagliata a priori.

Allo stesso modo altri programmi “educano” gli ascoltatori a usare un linguaggio volgare, a comportamenti poco civili e a iniziative molto irrispettose, spesso anche nei confronti di altre emittenti o di altri speaker. Non faccio i nomi dei programmi e degli esempi che ho in mente ma credo abbiate capito tutti quello di cui stiamo parlando. Ho sempre ritenuto che considerare un ascoltatore come un peso o come un numero, trattarlo male, non sentire le sue richieste e le sue esigenze o anche solo non scambiare una parola con lui sia un errore madornale.

Nonostante infatti siano i numeri a decretare il successo di una radio, questi numeri sono proprio dati dal numero di persone che la seguono, quindi un comportamento sbagliato nei confronti di un ascoltatore potrebbe indurlo a cambiare stazione e a perdere un’enorme risorsa anche nel bilancio di fine anno. Un ascoltatore “scontento” parlerà in modo negativo di un’emittente ad altre persone e si sa, le voci girano…

Credo che un ascoltatore debba essere sempre trattato con rispetto anche perché è proprio lui a decidere se rimanere sintonizzato o meno e a determinare quindi il successo di una radio. Oltre a questo però bisogna anche fare i conti con ascoltatori invadenti e poco rispettosi del lavoro di uno speaker; anche in questo caso bisogna cercare di cavarsela con eleganza. Qualche esempio per farvi capire: un ascoltatore che viene a trovarvi in studio viene sempre considerato un peso, un intralcio al lavoro che si sta svolgendo, per le continue richieste, le foto, le domande e tutto quello che ci sta intorno. Credo che il modo migliore per comportarsi sia concedere comunque qualche minuto ad una persona che, spesso, ha fatto chilometri e chilometri per incontrarvi e che probabilmente sta realizzando il sogno che ha da tempo, entrare in uno studio radiofonico.

Allo stesso modo però, con molta eleganza e “tatto”, bisogna far capire lui che voi state lavorando e che, dopo avergli concesso qualche minuto, dovete concentrarvi sulla diretta e sulle cose da fare. Certo è che un sorriso e due parole non si negano a nessuno. Altro esempio delicato, ascoltatore che telefona in diretta e che vuole dedicare una canzone all’amore della sua vita o salutare tutta la famiglia fino alla terza generazione. In questo caso si cerca di adottare una linea uguale per tutti: concedere il saluto e la dedica oppure no, sta alla sensibilità dello speaker e al suo intuito, per capire se si tratta di un modo per approfittarsi del mezzo o se la richiesta è sincera.

O ancora, altro caso frequente: ascoltatore al telefono che per dire quello che deve si prende troppo spazio raccontando tutti i dettagli possibili e facendovi uscire dal clock che avevate stabilito. Anche qui con grande eleganza si può far capire che certo, la sua opinione è importante ma sarebbe bello sentirne anche altre oltre che ricordare che ci sono dei tempi da rispettare e quindi provare a congedarlo. Sinceramente questo credo sia uno dei compiti più ingrati e più difficili per uno speaker e per riuscire a farlo nel modo giusto credo ci voglia davvero tanta esperienza e diplomazia. Ancora uno, ascoltatore al telefono che inizia a sproloquiare con termini e invettive piuttosto volgari o che inizia a citare marchi di prodotti durante un discorso.

In questo caso lo speaker deve intervenire in modo deciso e immediato cercando di ricordare e far notare che un certo tipo di linguaggio non può essere tollerato e nell’altro caso che bisogna fare molta attenzione a dire esplicitamente nomi di marchi, chiedendo all’ascoltatore di evitarlo. Spesso però tanti conoscono la problematica e chiedono in diretta se possono citare o meno il nome di un marchio ed è quindi lo speaker che si prende la responsabilità di rispondere sì o no. Questi sono solo i primi esempi che mi sono venuti in mente, sono certo che voi ne avrete a centinaia con i più disparati aneddoti.

Che rapporto avete con i vostri ascoltatori? Come li considerate e come vi comportate dovessero capitarvi alcune delle situazioni descritte sopra? E da ascoltatori come vi sentite trattati in radio? Come vorreste essere trattati?

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

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