HomeMagazineIl futuro degli editori sono i giovani: lo spiega Roberto Sergio di Rai Radio al Prix Italia

Il futuro degli editori sono i giovani: lo spiega Roberto Sergio di Rai Radio al Prix Italia

Il futuro degli editori sono i giovani: lo spiega Roberto Sergio di Rai Radio al Prix Italia

Si sta svolgendo proprio in questi giorni, a Bari, il Prix Italia: il concorso internazionale, organizzato dalla RAI, che premia i migliori programmi Radio, TV e Web a livello globale, valutandoli in base alla qualità, l’innovazione e la creatività. In occasione dell’inaugurazione dell’evento, il direttore di Rai Radio, Roberto Sergio, ha parlato dell’evoluzione del mezzo radiofonico negli anni, spiegando anche quale sarà, secondo lui, il suo futuro.

Oggi, non sappiamo più rispondere alla domanda ‘Che cosa è la radio?’ ha detto Roberto Sergio in apertura del suo intervento al Prix Italia – Certamente in passato la risposta avrebbe riguardato un oggetto: l’apparecchio radio. Oggi la radio è sempre meno un oggetto e sempre più una utility. Ha smesso di essere hardware ed è diventata software“.

La radio oggi non può non essere digitale – ha continuato Sergio – è quindi chiaro che il Dab e l’Ip devono essere le reti del futuro e del presente, su cui investire. Sono reti digitali che consentono alta qualità del suono, informazioni“.

Proprio con il direttore di Rai radio, avevamo parlato anche di questo argomento durante la sua intervista alla scorsa edizione del World Radio Day.

Credo che qui si giocherà davvero il futuro degli editori nei prossimi 5/10 anni. Non parlo solo di radio, ma in generale di creatori di contenuti audio-video – ha detto Sergio al Prix Italia – Abbiamo capito che non può funzionare sul target giovane una radio di genere, ma piuttosto una radio pluri-generi, con un mood però chiaro e identificabile“.

E ancora parlando di innovazioni, Roberto Sergio ha citato il nuovo Meta-Studio in preparazione, di cui aveva già parlato durante la presentazione dei nuovi palinsesti Rai Radio 2022/23.

Roberto Sergio al Prix Italia: “Innovare è un rischio ma è molto più rischioso restare fermi”

Il rischio maggiore che vedo nel nostro futuro, e in quello dei competitor – ha poi spiegato Sergio – è quello di non innovare. Restare fermi sul proprio prodotto, sui propri asset e sulle proprie modalità produttive è un rischio enorme. Certo, nell’innovazione stessa ci sono dei rischi, ma credo che paradossalmente sia molto più rischioso restare fermi“.

E ancora, ha continuato: “È un mercato fluido, quello in cui ci muoviamo: i target classici invecchiano, dobbiamo sforzarci per prendere nuovo pubblico“.

L’intervento si è concluso parlando di comunicazione: “Oggi la notorietà di questo mondo è affidata ad alcuni brand molto forti che continuano a vivere di rendita e ad altrettanti, pochi, artisti. Dovremmo e potremmo tutti noi fare di più, facendo conoscere i brand e i singoli prodotti, andandoli a portare alle persone e non sperare che le persone si avvicinino da sole – ha spiegato Sergio -Purtroppo, i budget dell’editoria sono sempre molto sbilanciati a favore degli altri mezzi, in primis i prodotti video, e questo è un vero peccato. Perché il mondo della radio, con tutte le sfaccettature a cui abbiamo accennato, avrebbe diritto a farsi conoscere di più“.

Adriano Matteo

Adriano Matteo

Tecnico del suono radiofonico, live e broadcast, giornalista iscritto all'albo pubblicisti della Puglia e grande appassionato di radio in tutte le sue sfaccettature. Leggi i miei articoli

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