HomeMagazineSimulare un programma radiofonico in diretta? Ecco due soluzioni

Simulare un programma radiofonico in diretta? Ecco due soluzioni

Una delle prime cose che ti dicono quando vuoi iniziare a fare questo lavoro e una delle prime cose che impari a tue spese, è che per la radio non esistono orari: specialmente i primi tempi, quando uno è nel pieno della gavetta viene inserito in orari notturni, quegli orari in cui, tra virgolette, si può rischiare di piu’.

Chi la radio ce l’ha nel sangue, se ne frega altamente di questo aspetto. Perchè in fondo l’importante è trasmettere ed esternare le proprie emozioni! Però ogni tanto, un bel registrato può essere d’aiuto.

Se il programma registrato è ben fatto, l’ascoltatore medio non si accorgerà della differenza, e in alcuni casi potrebbe non accorgersene nemmeno un addetto ai lavori. Ma come vengono realizzati i programmi registrati? Vediamolo insieme.

In genereale esistono 2 modi, entrambi fanno uso di software su pc, ma richiedono capacità diverse:

1. Simulare la Diretta in tempo reale

Vengono convogliati sul mixer dello studio di registrazione sia la musica che il parlato, registrando tutto quello che “esce” dal mixer: il risultato sarà costituito da uno o piu’ file pronti per la messa in onda, senza bisogno di ulteriore lavoro.

Questo metodo è utile per confezionare programmi particolarmente realistici, perchè in realtà lo speaker non deve far altro che andare in onda come sa fare, ma ha lo svantaggio di essere abbastanza dispendioso in termini di tempo. Se infatti si vuole confezionare un programma da 2 ore, bisognerà star li per tutto il tempo necessario (eccetto quello dei cluster pubblicitari, che devono essere mandati dalla regia per poter far fronte alle esigenze commerciali). In questo modo però, calcolando ipoteticamente 4 minuti di pubblicità per ogni cluster e immaginando che in un’ora ci siano tre cluster pubblicitari avremo risparmiato 30/35 minuti, notiziari inclusi; oltre a questo la musica all’interno del programma non potrà essere cambiata, perchè sarà già stata registrata insieme alla voce con il metodo che ho illustrato sopra, per cui, se ipoteticamente fosse stato commesso un errore nella scaletta in fase di registrazione, questo non potrà essere corretto….esattamente come accade in diretta.

2. Registrare i propri interventi in bianco

Si può scegliere di confezionare il proprio programma anche “in bianco”, ovvero senza la musica: si registrano dei file che contengono solo ed esclusivamente la propria voce in cui si conduce come se si stesse andando in onda (annunciando e disannunciando canzoni, notiziari ecc), i file realizzati poi possono essere montati sia manualmente (con software di editing audio multitraccia come Adobe Audition per Windows o Garage Band per mac), oppure si può fare in modo che sia la regia stessa a fare il lavoro sporco per noi, ovvero a sovrapporre i brani in modo da farci prendere l’intro dei pezzi, a inserire jingle ecc.

Nel primo caso basta un bell’orecchio, un po’ di buon gusto radiofonico e il software adatto; nel secondo caso invece è necessaria una regia che supporti le funzionalità di “voice tracking”come ad esempio Dj Pro, Mb Studio o anche la stessa Station Playlist Studio di cui vi ho parlato in un mio articolo precedente.

Sia Mb Studio che Station Playlist Studio supportano il voice tracking sia su una base che sull’intro delle canzoni, non sono però in grado di far iniziare il voice track sull’outro della canzone precedente, inserire una base e poi far partire l’intro della canzone calcolando tutto in base alla durata del parlato dello speaker, cosa che invece Dj Pro fa egregiamente.

Può sembrare un dettaglio trascurabile, ma vi assicuro che non lo è. sentire che il parlato dello speaker parte direttamente sulla base e non sull’outro della canzone precedente, oppure sentire che tra la fine della prima canzone e l’inizio della seconda lo speaker parla per una ventina di secondi sul bianco non è bello, e soprattutto è una delle cose che fa capire che il programma non è in diretta.

Se è vero quindi che con questo metodo si ha il vantaggio di poter cambiare la playlist al volo (perchè la musica non viene registrata, ma solo inserita in scaletta) è altrettanto vero che, non solo la regia automatica deve permettere una certa elasticità, ma anche lo speaker deve fare del suo meglio.

Station Playlist Studio e Mb Studio non supportano la riproduzione della canzone durante il voice tracking, vale a dire che mentre si registra non è possibile sentire la musica, il che potrebbe indurre lo speaker a sbagliare, magari entrando su un disco morbido in modo troppo aggressivo o con un tono poco consono; se chi registra poi non è abituato, potrebbe non essere facile mantenere un certo ritmo, non avendo la musica sotto.

Fare la radio con i voice track purtroppo, per certi versi è come fare la pasta senza la farina: se non si sta attenti si sente che manca qualcosa, prima tra tutte l’interazione con l’ascoltatore; ma se si è bravi, si può sentire la musica e si accetta di scendere a qualche compromesso il prodotto può diventare assolutamente un prodotto di ottimo livello.

Buon voice tracking a tutti!

Articolo di Mario Loreti

Admin Radiospeaker

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