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Strumentazione Radiofonica: il Compressore

CHE COS’E’?
Il compressore è uno degli strumenti principali per il trattamento della dinamica di un segnale audio. E’ bene dunque chiarire innanzi tutto cos’è la dinamica. La dinamica si misura in dB ed è la differenza tra il livello massimo e il livello minimo di volume di un dato segnale. Il compressore serve a ridurre e “comprimere”, appunto, questa differenza. Il compressore deve essere pensato come una sorta di fader automatico che abbassa il volume del segnale quando è troppo alto o che lo alza quando è troppo basso. Quando i picchi massimi e minimi sono stati livellati si ha la percezione che tutto il livello complessivo del segnale sia aumentato e che abbia un maggior volume.

PERCHE’ SI USA?
Molteplici sono gli usi del compressore. Qui di seguito sono elencati quelli più comuni:

– Ridurre la dinamica di un segnale per renderla adatta alle circuiterie elettroniche e/o agli amplificatori, ed evitare in questo modo che subisca delle distorsioni.

Comprimere un programma che ha una notevole dinamica per renderlo adatto ad un supporto o dispositivo con una dinamica minore, o a una radio AM o FM che ha una dinamica ridotta (rispettivamente 20-30 dB e 40-50 dB).

Rendere più fruibile l’ascolto di un programma o di una traccia innalzando il volume dei passaggi più tenui altrimenti coperti da altre tracce o dal rumore di sottofondo.

Aumentare il volume medio di una traccia o di un mix in modo che sembri suonare più forte

Modificare il timbro di un segnale.

COME FUNZIONA?

Per usare al meglio il compressore è necessario comprendere il funzionamento dei suoi parametri di controllo.

– Threshold (soglia): con questo parametro si stabilisce la soglia dopo la quale il compressore inizia a funzionare. Per esempio se settiamo la soglia a -15 dB vuol dire che quando il livello del segnale supera 15dB il compressore inizierà a ridurlo.

– Ratio (rapporto): serve a determinare la quantità di compressione, ovvero di quanto il compressore riduce il segnale. Per esempio se impostiamo la ratio ad un valore di 4:1 vuol dire che il livello del segnale che ha superato la soglia verrà ridotto a ¼. Se il segnale superava la soglia di 12 dB, dopo la compressione continuerà a superare la soglia, ma solo di 3 dB. Per soglie molto elevate (maggiori di 10:1) il compressore diventa a tutti gli effetti un limiter: oltre la soglia impostata non passerà più nemmeno un dB.

– Attack (tempo di attacco): è il tempo impiegato dal compressore per iniziare ad agire una volta che il segnale ha superato la soglia. Con un tempo di attacco medio/lungo il segnale avrà più tempo di superare la soglia prima di essere compresso. Un tempo di attacco breve invece renderà l’azione del compressore quasi immediata. L’attack è un parametro importante per evitare il così detto “effetto pompaggio” cioè il brusco aumento e diminuzione della dinamica. Scegliendo opportuni tempi di attack la compressione diventerà più uniforme e naturale.

– Release (tempo di rilascio): è il tempo impiegato dal compressore per smettere di agire una volta che il segnale è ritornato sotto la soglia. Dopo che il segnale è andato sotto la soglia possiamo scegliere se il compressore deve smettere subito di agire o se deve continuare ancora a comprimere per un po’ di tempo. Anche il release è da tenere in conto per evitare l’effetto pompaggio (vd. sopra).

– Output (gain make-up): è il guadagno che si applica in uscita, quindi al segnale compresso. Serve a compensare i dB (il volume) persi a causa della riduzione della dinamica. E’ bene settare il gain make-up basandosi sul meter del Gain Reduction (GR) che indica appunto i dB persi nella compressione.

– Hard/Soft Knee: la modalità hard knee determina un intervento a scatto del compressore non appena il segnale supera la soglia; la modalità soft knee determina invece un azione più dolce e graduale. (La schermata del plug-in di compressione di Cubase6)

COME SI USA: CONSIGLI E SUGGERIMENTI:

Il compressore è senza dubbio uno degli strumenti più difficili e meno intuitivi da usare. Per iniziare può essere utile seguire alcune linee guida.

– Mettiamo a zero i parametri di attack e release.
– Abbassiamo del tutto la soglia di modo tale che la quasi totalità del segnale entri nel compressore.
– Impostiamo la ratio ad un valore molto alto (di almeno 5:1).
– Gradualmente iniziamo ad alzare il livello di attack finché non riusciamo ad ascoltare in maniera intellegibile il segnale, vale a dire finché non individuiamo gli attacchi delle singole note e/o parole.
– Abbassiamo la soglia e la ratio sui 4/5:1 in modo tale che il meter della GR (gain reduction) segni all’incirca 6dB.
– Ridiamo con il gain make up i 6 dB persi.

Oppure
– Impostiamo un valore di attack medio (metà corsa del potenziometro) e una release veloce.
– Regoliamo la soglia in modo tale che sul meter della GR leggiamo 5/6 dB (il valore di ratio è ininfluente, si consiglia comunque di settarlo almeno a 4:1).
– Una volta regolata la soglia ridiamo con il gain make-up i 5/6 dB persi.
– Aggiustiamo attack e release per rendere la compressione uniforme e fluida.

Articolo a cura di Marina Baglivo

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