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La Radio: Mezzo per Naviganti

Collocando la radio in un mega universo comunicativo ove, intorno, ruotano e convivono altri mezzi di comunicazione, ci chiediamo come il nostro medium intrattenga il suo rapporto con l’ecosistema mediatico e come riesca a rivelarsi vincente, nonostante l’ampliarsi dell’intero apparato e il continuo segmentarsi dei pubblici.

Quello che rende versatile la radio sono le sue peculiarità: la leggerezza, la vicinanza, la fluidità, la mobilità, la trasportabilità, associate alla possibilità di trasmettere suoni di ogni genere, in ogni dove. Le caratteristiche appena citate le danno una competitività maggiore, attribuendole un’altra vitalità, permettendole di conquistarsi il pubblico per maggiore empatia, di qui l’appellativo di medium emotivo. La trasmissione di suoni tocca l’emotività di chi ascolta, si ha una maggiore possibilità di condizionare gli individui favorendo una penetrazione comunicativa più efficace, perché gestita e orientata verso l’emozionalità.

La radio – rispetto agli altri mezzi di comunicazione di massa – è riuscita a conservare nel tempo la sua identità rafforzando i suoi punti di debolezza, trasformandoli in punti di forza e mantenendo un’elevata competitività nel sistema mediale – concorrenziale – quale quello mediatico è. Diffondendosi attraverso l’etere, la radio conserva un’immaterialità – che è la stessa della rete, oggi – e le attribuirà il primato di essere lo strumento per naviganti, dagli albori della sua nascita ad oggi. Questa la caratteristica essenziale che identifica la sua vera natura. Basti pensare, come appena ricordato, che oggi l’ascolto della radio in auto, nei momenti della giornata trascorsi fuori casa è elevato, tutti riescono ad accendere la radio mentre raggiungono il lavoro, o per distrarsi in un momento di traffico intenso.

L’immaterialità del mezzo è una prima differenza rispetto agli altri media, ma anche uno dei suoi punti di forza, tant’è che in quanto «antesignana dei nuovi media» punta moltissimo su questo elemento cruciale. L’attività d’ascolto, tuttavia, esula dal bagaglio culturale dell’uditore. La radio, infatti, può essere ascoltata da una persona acculturata o no, ascoltare non preclude l’avere un certo bagaglio culturale o una approfondita conoscenza dei fatti. L’ascoltatore della radio, a differenza del lettore del giornale, accendendo il suo apparecchio è in collegamento col mondo, è in rete con molti altri individui che come lui sono sintonizzati con lo stesso programma, la stessa emittente.

Negli anni solo il web è riuscito a creare questa stessa rete attraverso i social network: «Rete significa che i servizi vengono erogati quando lo si desidera e finché non si chiude il collegamento». I suoni emessi da un’emittente – sia musicali che parlati – sono rappresentativi di argomenti, contesti, giorni particolari e nell’insieme costituiscono anche la sua identità. L’identità delle radio passa anche dai jingles, dalle sigle dei programmi, dalle tonalità vocali dei conduttori.

Esistono anche casi in cui le radio dispongono di voci simili tra loro, qui la penetrazione emotiva di cui abbiamo parlato sopra è inferiore: si è in presenza di un semplice annunciatore che fa da cornice alla musica e non viene attribuito nessun colore particolare al programma, probabilmente per scelta editoriale; quindi si è in presenza di un flusso di suoni simili tra loro. E’ il caso delle radio di flusso dove le parole e le voci si somigliano, nella tonalità, nei contenuti.

Nelle emittenti di parola accade il contrario, la priorità assoluta viene data al racconto della quotidianità mediata dai conduttori, al loro parlato. Altra caratteristica della radio, rispetto ai giornali, è data dall’impossibilità di rileggere o riascoltare un certo contenuto in caso di incomprensione. Il mezzo radiofonico inoltre non prevede il pagamento di una quota, per fruirne basta premere sul pulsante d’accensione: è gratis.

La tv invece, ha un canone, il giornale un costo (quello cartaceo), offrendo immagini richiede che ci sia concentrazione maggiore verso la rappresentazione proposta. Non è possibile guardare la tv e fare altro contemporaneamente, mentre si può ascoltare la radio mentre si lavora, studia, si è nel traffico o in casa.

Articolo a cura di Annalisa Colavito

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