HomeMagazineCosa non dovrebbe fare un giornalista radiofonico nell’era dei "social"?

Cosa non dovrebbe fare un giornalista radiofonico nell’era dei "social"?

In un’era in cui l’informazione diventa sempre più immediata e maggiormente fruibile da tutti, in modo particolare, dal popolo della rete, la radio deve necessariamente adeguarsi alla nuova tipologia di diffusione delle news.

Nonostante il proliferare dei moderni canali di comunicazione, l’informazione radiofonica resta, però, sempre apprezzata, anche grazie alla presenza di professionalità del giornalismo, in grado di aggiornare sapientemente gli ascoltatori sui fatti che riguardano l’intera nazione e non solo.

Grande rilevanza, infatti, assumono anche i notiziari trasmessi in ambito locale o regionale. Cospicuo il lavoro giornaliero svolto dalle redazioni giornalistiche, vicine ai temi dei territori di competenza e all’ascolto dei problemi che giungono dalla “voce del popolo”.

A tal proposito, interessante e da esempio per coloro che decidono di intraprendere un percorso nel mondo del giornalismo radiofonico, magari all’interno di una radio prevalentemente contenutistica, è il lavoro profuso dallo staff di Radio Lombardia, l’emittente “talk” diretta da Luca Levati. 

Radiospeaker.it ha incontrato proprio il direttore responsabile, con il quale è stato utile poter approfondire determinati aspetti che investono il settore della comunicazione giornalistica in radio, mettendo in evidenza l’influenza apportata, oggi, dai “social – network”, costantemente utilizzati anche nell’FM, parallelamente alla messa in onda dei giornali radio. 

Le curiosità e i retroscena di una radio, ormai abbastanza consolidata e che continua a raccogliere consensi da parte della cittadinanza lombarda ed oltre. Questo e molto altro nelle parole di Luca Levati.

Ecco la nostra intervista!

1) Come si inquadra Radio Lombardia nell’ambito dell’informazione radiofonica regionale?

Storicamente abbiamo puntato sull’informazione. Radio Lombardia nasce nel 1975 a Milano, poi si è trasferita in Brianza. Nel corso degli anni ’80 è stata una radio di intrattenimento. Successivamente, vi è stata la volontà di puntare sull’informazione, in modo particolare, locale, che risulta eguagliabile ad una diffusione “nazionale”, data l’ampia estensione territoriale della regione lombarda. Siamo tornati a Milano da vent’anni, trasmettendo dagli studi di via Belinzaghi. Quotidianamente puntiamo l’attenzione sulla città che,negli ultimi dieci anni, risulta essere ancora trainante, viva ed interessante da raccontare.

2) Secondo te, l’informazione tradizionale, oggi, risente dell’avvento dei nuovi canali di comunicazione?

Assolutamente si. In passato, i primi a dare le notizie eravamo noi radiofonici, in seguito vi era la tv con il supporto delle immagini, approfondendo, poi, sul giornale cartaceo. Con l’avvento di Internet e l’utilizzo degli smartphone, questa funzione prioritaria della radio è scomparsa. Quindi, occorre ripensare il modo di fare informazione. Da questo punto di vista, noi abbiamo un sito costantemente aggiornato e puntiamo molto, non solo sulla parola, ma anche sui video e/o immagini diffuse sul web. Ormai non è più possibile fare l’uno senza l’altro. 

3) A tal proposito, quanto è importante la rapidità e la sintesi nel trasmettere le notizie in radio?

E’ importantissimo. La nostra è una radio “mista”. Per una fetta di giornata, facciamo radio “di flusso” con l’informazione, poi abbiamo importanti spazi di approfondimento, dove non mancano notizie che ci arrivano in tempo reale, dando così spazio ai diretti protagonisti.In questi format, raccontiamo anche fatti legati alla politica nazionale e quindi, non strettamente concernente il territorio milanese. In ogni caso, cerchiamo di arrivare per primi nella diffusione delle notizie. La conseguenza è che, attualmente, data la presenza sul web di variegati siti di informazione,vi è il rischio di non approfondire o verificare le notizie che vengono diffuse. Ma,quest’ultimo, è un limite che non riguarda la radio, ma tutto il mestiere giornalistico.

4) In riferimento al riscontro degli ascoltatori, pensi che una radio, prettamente “talk”, possa avere una rilevanza rispetto ad un’emittente improntata maggiormente sulla musica?

In realtà, penso che sia proprio necessario. La nostra è stata una scelta editoriale lungimirante. Lo stesso meccanismo dell’informazione riguarda la musica. Prima le etichette discografiche davano ai network o comunque, alle grandi radio regionali, il brano musicale, prima ancora dell’uscita nei negozi. La radio, quindi, anticipava le uscite. Ora non è cosi. Con l’apertura del web, ognuno si fa le proprie scalette. Per le nuove generazioni la radio è uno dei tanti mezzi che hanno a disposizione, non “IL” mezzo.  La differenza la può fare il parlato, i contenuti, anche perché oggi, rispetto al passato, è riconosciuta ed ha importanza la figura del giornalista radiofonico.

5) Secondo te, cosa non dovrebbe fare un giornalista nell’era dei “social”?

Non dovrebbe “scimmiottare” proprio i “social”. Deve verificare, approfondire, dando delle chiavi di lettura, soprattuto per quanto riguarda la politica nazionale ed internazionale.Da questo punto di vista, il nostro è un Paese un po’ “provinciale”. Si parla poco di politica internazionale, ad eccezione delle guerre. Non bisogna chiudersi nel “recinto regionale”,  in termini sopratutto culturali.

6) Cosa ne pensi di Radiospeaker.it?

E’ assolutamente interessante. La radio è sempre stata considerata la “sorella minore” di tutti media. Ha assunto negli anni una sua peculiarità. La mia generazione ha cominciato a trasmettere per pura passione, la stessa che poi si è tramutata in un lavoro a tutti gli effetti. Tuttora, come tanti, sono innamorato della radio e non potrebbe essere diversamente.

Articolo a cura di Maurizio Schettino 

Maurizio Schettino

Maurizio Schettino

Maurizio Schettino è speaker radiofonico, redattore giornalistico per testate e blog regionali e nazionali, ideatore organizzatore e presentatore di eventi, manifestazioni e/o concerti per enti pubblici e privati, con famose personalità del mondo dello spettacolo. Leggi i miei articoli

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