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La Seconda giovinezza della Radio

Anche se qualcuno potrà dire che stando alle più recenti rilevazioni i network italiani hanno perso 500.000 ascoltatori, è innegabile che negli ultimi anni, dati alla mano, si stia registrando una crescita nel numero di utenti che ascoltano un mezzo di comunicazione (la radio) che sta per compiere 120 anni. Forse è proprio questo il punto di partenza sul quale è necessario interrogarsi: come ha potuto e può essere ancora in vita un sistema di comunicazione così (all’apparenza) “vetusto”?

La risposta e la “chiave” di tutti questi interrogativi sta nella sua capacità di evolversi rimanendo sempre al passo coi tempi, così da poter vivere una nuova (o seconda) giovinezza. Infatti l’ascolto radiofonico riferito dal Censis agli utenti che hanno indicato una frequenza d’uso del mezzo di almeno una volta alla settimana, ha segnato tra il 2007 e il 2012 un passaggio dal 77,7% all’83,9%. Anche Radio Monitor segnala che dal marzo 2012 al marzo 2013 l’ascolto complessivo è aumentato in dati assoluti di quasi mezzo milione di ascoltatori, passando da 48milioni e 895mila a 49milioni e 329mila. Nello stesso periodo la lettura dei quotidiani calava dal 79,1% al 69,2%, mentre la televisione (ahimè) incrementava il suo potere pressoché “totalitario”.

A fronte di questi dati non resta che porci il seguente interrogativo: a che cosa si deve questa permanente giovinezza, o meglio, questa rinascita della radio? Omettendo le motivazioni legate alla passione e all’amore per il mezzo radiofonico, che sicuramente ogni lettore di radiospeaker.it possiede (così come ogni ascoltatore), vorremmo soffermarci su riflessioni a nostro avviso molto interessanti per spiegare questo fenomeno.

1 – La Radio interessa principalmente l’Udito

Per prima cosa c’è da dire che la radio, per sua stessa “natura”, interessa l’udito, che forse è il canale percettivo umano meno sottoposto a stress da parte dei mezzi di comunicazione tradizionali ed emergenti.

2 – La Radio si può ascoltare mentre si svolgono altre attività

In secondo luogo bisogna dire che ascoltare la radio è possibile mentre si svolgono i più disparati tipi di attività: da quelle che richiedono concentrazione (come il lavoro e lo studio) a quelle di svago (lo sport, gli hobby). Insomma, il vantaggio è che la si può ascoltare con grande facilità durante ogni momento della giornata, senza che la nostra mente o il nostro corpo debbano compiere chissà quale sforzo. Allo stesso tempo però l’individuo trae giovamento da questa attività, incrementando il suo bagaglio informativo, incentivando la sua riflessione critica, ampliando i suoi gusti e la sua cultura.

3 – La Radio può essere ascoltata in diversi modi

Una terza causa è legata ai nuovi modi e alle nuove strade attraverso le quali ci perviene il messaggio radiofonico oggi. Bisogna infatti rilevare che, accanto all’ascolto della radio tradizionale in postazione fissa (a casa) o su mezzo mobile (in macchina), abbiamo ormai anche la radio da lettore mp3, la radio da telefono cellulare e soprattutto la radio da Internet (com’è dimostrato dal fatto che quest’ultimo tipo di fruizione è passata dal 7.6% del 2007 al 10.1% del 2012).

4 – La Radio è il mezzo di comunicazione più diretto

Ma soprattutto c’è da notare attentamente che la radio, privilegiando il canale uditivo, ha certamente un accesso più “diretto” alle nostre capacità mentali, riflessive e critiche. Infatti di un programma radiofonico riusciamo a ricordare temi e contenuti, mentre di un dibattito televisivo ricordiamo i partecipanti e i toni, faticando molto a ricostruire altri dettagli sugli argomenti trattati.

Sono questi dunque i motivi fondamentali per cui la radio sta tornando al successo nel corso degli ultimi anni, oppure ce ne sono degli altri differenti? A cosa è dovuta, a vostro avviso, la seconda giovinezza di questo mezzo di comunicazione?

Articolo a cura di Mattia Savioni

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