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La Tempistica Radiofonica

E’ una delle caratteristiche che contraddistingue la radio dalla tv e che influenza la conduzione degli speaker, ma mette anche alla prova questi ultimi, testando in qualche modo la loro tecnica radiofonica. Stiamo parlando della tempistica, elemento non assolutamente secondario di un’emittente al quale tutti devono attenersi, non solo i conduttori ma anche i redattori di un giornale orario. Infatti, all’interno di un “clock”, è proprio il notiziario ad essere drasticamente ridotto, in cui ad emergere sono i principali fatti della giornata, trattati in maniera palesemente sintetica. Un esempio, questo, della limitatezza del tempo a disposizione e che costringe, soprattutto gli speaker “di flusso”, a condensare in pochi minuti i propri interventi.

Buona parte,se non tutta l’organizzazione alla base di una radio, è relazionata, quindi, alla strettissima tempistica. A proposito dell’emittenza “di flusso”, a cui si faceva riferimento, essa inevitabilmente presuppone una preparazione tecnica da parte dello staff artistico. Infatti, tra le caratteristiche che devono necessariamente appartenere ad uno speaker che trasmette in una “hit radio”, vi è la capacità di sintesi, indispensabile per esprimere un concetto all’interno di un intervento della durata di pochissimi minuti, oltre ovviamente alla bravura nel sapersi destreggiare tra disannunci e vari “disco-disco”.

In ogni caso, la conduzione radiofonica non deve assolutamente sforare quei confini stabiliti dalla tempistica ben regolamentata da un “clock” radiofonico. Nel caso opposto, infatti, si rischierebbero di “rubare” minuti preziosi al cosiddetto “tassativo”, ovvero la pubblicità, fonte di guadagno per un’intera azienda radiofonica.

“Hai i tempi radiofonici”, un’affermazione che forse qualche speaker si è sentito dire da qualcuno, quale sinonimo di perfetta sintonia tra la propria conduzione e la tempistica della radio di appartenenza. Una sinergia acquisita nel corso del tempo, frutto di una pratica costante al microfono che ha permesso di possedere una buona padronanza del mezzo, riuscendo così a creare continuità tra parlato e musica, senza alcun intoppo o “sforamento”.

Condurre un programma radiofonico, significa anche riuscire a esprimere in poche parole il fulcro di una notizia, ponendola all’attenzione degli ascoltatori e coinvolgendo questi ultimi con una domanda che possa farli interagire. Insomma, una serie di azioni, da sviscerare in pochi minuti se non, in alcuni casi, in pochi secondi, magari durante l’intro di una canzone. La tecnica radiofonica sta in questo.

Insomma, riuscire a coordinare i contenuti da esprimere con il minutaggio radiofonico è essenziale per non farsi sopraffare da un inevitabile spot pubblicitario o dalla voce di un cantante, pronto ad entrare in onda con il suo brano.

In radio i tempi “corrono” così… adeguiamoci!

Articolo a cura di Maurizio Schettino

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